Under Fest 10 e Spitfire Contest 2024 - Recap

Under Fest 10 e Spitfire Contest 2024 - Recap

Come dicevamo nel precedente articolo, le realtà piccole e “provinciali” in Italia (e non solo) sono la vera linfa della nostra amata Cultura. Parliamo quindi con piacere di una di quelle realtà che ormai dopo 10 edizioni e centinaia di ospiti tanto piccola non lo è più, anzi, a nostro modesto parere Under Fest si conferma il festival Rap underground più ciccio d’Italia. Ogni anno i nostri vecchi amici Moder, Federica, Max ed il fantastico team organizzativo ci offrono uno spaccato di quanto succede all’ombra del mainstream, coinvolgendo i nomi di punta della scena italiana, guest internazionali assieme alle nuove leve meritevoli grazie all’Under Battle rivolto ai giovani MC’s. Non stupisce quindi che sia stata una bomba di settimana. Eh già, l’Under non è One Shot, quest’anno da Martedì a Domenica live, dj set, freestyle battle, writing, conferenze e lo Spitfire Contest (Qui il recap dell’edizione 2019). Ravenna è stata messa prepotentemente sulla mappa grazie agli sforzi ed al lavoro che da anni vede i ragazzi del Lato Oscuro della Costa APS offrire al Cisim e nel ravennate laboratori, concerti, teatro, proiezioni e tanto altro, portando energia positiva e alternative per i giovani in un posto, Ravenna appunto, dove storicamente ce ne è tanto bisogno. L’Under Fest è solo la punta dell’iceberg del loro lavoro, quell’appuntamento che tutti aspettano per passare come minimo un’intero weekend di presa bene. E quale location migliore per festeggiare la decima edizione della spiaggia? Grazie al supporto del bagno Peter Pan a Marina di Ravenna la scorsa settimana tra un tuffo ed un drink ci siamo goduti (tra gli altri) i live di K-Maiuscola, Kaos e Dj Craim col Fastidio tour (immensi come sempre, abbiamo ancora la pelle d’oca), Kyodo e Brain che hanno riportato in scena i pezzi di Fuoco negli Occhi, Egreen che ha spaccato sia per i testi, per la presenza scenica (una macchina) che per i discorsi. Anche lui infatti ha fatto presente l’importanza delle piccole realtà che spesso hanno una fame ed una fotta di gran lunga superiore ai grandi centri patinati dove dietro a molti effetti speciali si nasconde il nulla. Poi Phedra (Big up!), Jhonny Roy, Ares Adami (solo amore), Triflusso, Zampa, Sesto Carnera e tanti altri. Ci dispiace solo non essere riusciti ad andare alla prima serata dove si è esibita la Glory Hole Rec, ma abbiamo visto e sentito i racconti ed anche quella è stata una serata epica. Dulcis in fundo, il live degli Onyx direttamente da NYC assieme a Dj Fastcut. Purtroppo Sticky Fingaz è rimasto bloccato in aeroporto col volo cancellato, ma Fredro Starr ha letteralmente fatto per due in un live di quelli che andrebbero studiati a scuola quando si parla di Mcing. Dire che ha spaccato è dire poco (tra un pò caricheremo anche gli estratti del suo live con spalla Max Mbassado e del Fastidio tour, vedrete). Abbiamo saltato sui grandi classici come Slam e Throw Ya Gunz mentre personalmente sentire Last Dayz, forse il mio pezzo preferito degli Onyx, è stato incredibile. Potentissimo. Potentissimo anche Dj Fastcut che non ne ha sbagliato una, sempre attento e stiloso. 
Peccato anche non aver potuto seguire le conferenze, sempre interessanti e stimolanti per un’analisi dello stato dell’arte. Ah, come se non bastasse, tutta questa roba era ad ingresso gratuito. Ripeto: TUTTO GRATIS. So che le parole non rendono appieno gli sforzi per creare un’evento così peso gratuito, ma da organizzatori pure noi con Romagna in Fiore della jam gratuita La Starpegna, sappiamo cosa vuol dire e quanti sforzi ci sono dietro. Bravi.
Quindi felicemente devastati da tre giorni di concerti, arriviamo alla domenica con l’undicesima edizione dello Spitfire Contest. Per chi non lo sapesse, Alessio Spitfire Lunardini era un bambino ed una giovane promessa del Breaking nazionale (noi l’abbiamo conosciuto quando a soli 10 anni aveva partecipato e vinto il contest kids della Starpegna 2012 contro avversari ben più grandi di lui, nella gallery potete vederlo felice alla premiazione) la cui vita è stata stroncata nel Maggio 2014 quando, a soli 12 anni, è stato investito da un’auto mentre andava a scuola in bicicletta. Una storia di quelle che non avremmo mai voluto sentire, e che invece, complice l’incoscienza e la velocità alla guida, sentiamo anche troppo spesso. I genitori Stefano e Viera da allora, col supporto di Nasty Den, organizzano ogni anno questo contest in sua memoria. Non solo Breaking ma anche Hip Hop e street dance nell’accezione più ampia. È sempre un piacere supportarne il ricordo, e ogni anno non mancano gli occhi lucidi. La competizione ovviamente passa in secondo piano, ma anche quest’anno i giudici Snap, Sly e Shorty hanno avuto il loro bel da fare per giudicare i ballerini che si sono esibiti sulla musica selezionata dal mitico Dj Nersone e Dj Ake. Dj’s are the backbone of the Culture, come ci ha ricordato giustamente Fredro Starr. Host l’instancabile Ares Adami. Alla fine l’anno spuntata B-Boy Ibra nel Breaking, Davide Schioppa nell’Hip Hop e la Città di Padova nel Rep Your City. Ah, a proposito di instancabili, un mega saluto a Dj Dima che ha suonato praticamente una settimana di seguito tra live, contest e afterparty. True Warrior! Last but not least, il contest di freestyle che ha visto Hydra spuntarla in finale contro Morbo

Già ci pregustiamo la prossima edizione, chissà che bombe tireranno fuori. Inutile dire che non potete mancare. Poi non lamentatevi che non ci son le robe pese in giro se quando ci sono non le supportate.

Vi lasciamo quindi con il nostro umile video recap, le bellissime foto di Nicola Baldazzi e un’ultima, piccola riflessione: si parla ancora tanto di come la cultura venga spesso raccontata parzialmente o “male”, passatemi il temine, e di come il mainstream distorca la percezione del pubblico verso un’immagine falsata che di culturale ha ben poco. Questo ovviamente non solo nella musica e non solo nella cultura Hip Hop. Partiamo però da un fatto: la cultura non è un concetto astratto, la cultura non è un qualcosa arrivato dal nulla. La cultura è fatta dalle persone, e quelle persone siamo tutti noi. Noi siamo la nostra cultura, noi che la pratichiamo e noi che la diffondiamo nel nostro piccolo. Ed è qui che si torna al discorso delle piccole realtà, dei percorsi personali e di come le nostre azioni possono influenzare chi ci sta vicino. Perchè non è un solo mega artista o un solo mega festival che tiene viva e porta avanti una cultura. Siamo noi e la nostra passione, ognuno con le sue strade e ognuno con le sue storie che come tante piccole gocce d’acqua ci incontriamo, ci incrociamo e ci fondiamo fino a formare assieme quel vasto mare di conoscenza e attitudine che disseta le nostre anime ed il nostro cervello. La nostra cultura. Quindi raga, senza aspettare che qualcuno lo faccia per noi, mettiamo da parte l’ego e la competizione per un attimo e iniziamo tutti a supportare quelle persone, quegli artisti e quelle situazioni che spingono nella maniera giusta. Se trovate qualcuno o qualcosa che spacca dategli i giusti crediti, fategli sentire il vostro amore, che sia di persona o per messaggio, fate sentire la vostra presenza ed il vostro supporto anche e soprattutto quando non avrete nulla in cambio. A voi basta poco, ma per la persona a cui viene riconosciuto il suo impegno e il suo talento può far la differenza tra avere la spinta a continuare nella giusta direzione o smettere perchè non si riesce ad uscire dall’ombra anche se si è consci di essere potenti. Show some M**F** Love come direbbero a NY. Parlatene con tutti che quel tipo che avete visto alla jam di quartiere spacca, che quel demo o quel pezzo spacca, andate alle jam ed ai Block party anche se non siete tra gli ospiti, mettete da parte l’ego e supportate e acquistate dalle realtà indipendenti, che siano demo, album, quadri, fotografie, vestiti o qualunque cosa porti avanti il giusto spirito. Dove i giornali e i siti per svariati (e molte volte fondati) motivi non arrivano, è lì che dobbiamo esserci noi. Semplificando: se uno spacca e tutti noi lo sappiamo, dobbiamo essere umili e dargli i giusti crediti, supportarlo parlandone con tutti e prima o poi quella persona potrà fare il salto e arrivare dove merita. Assicurato. Che poi questo processo necessiti anni e anni, a volte decenni di gavetta, sacrifici e rinunce è un altro discorso, e che questa società faccia sembrare il “successo” come una cosa veloce e alla portata di tutti merita un discorso a parte. Li non sta a noi ma all’artista di turno capire dove vuole arrivare e se farlo con la giusta attitudine. Noi possiamo essere il suo trampolino o le sue sabbie mobili. Non dimenticate mai l’importanza delle scelte personali. Se tutti cambiamo il nostro mondo, il mondo di tutti cambia. L’Hip Hop ne è la prova. Sta a tutti noi scegliere se dare il giusto esempio e capire che non si arriva mai, c’è sempre da imparare con umiltà o continuare ad essere egoisti e autoreferenziali. 

Show some Love B-Boys & B-Girls. 

One Love
Ci si vede in street. 

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